Potere e responsabilità

Come è cambiato nel tempo il rapporto fra mondo degli affari e società, dalla Grande depressione alla responsabilità di impresa

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Potere e responsabilità sociale d'imrpesa

L’impresa è un sistema economico e sociale complesso con potere e responsabilità che negli anni hanno visto un’evoluzione di fatto e di concetto.

La rilevanza sociale dell’impresa cresce in rapporto alle ricadute sul contesto in cui opera, mentre quella economica è legata alla ricchezza creata con la sua attività. Un simile sistema economico si pone al centro di una serie di rapporti con differenti gruppi sociali, rispetto ai quali attiva relazioni di scambio di informazioni e di rappresentanza. Questi gruppi finiscono per costituire dei veri e propri interlocutori dell’impresa o portatori di interesse. Vengono chiamati anche stakeholder e sono coloro che influenzano e sono influenzati dall’attività dell’impresa stessa.

Stakeholder primari e secondari

Ma esistono due differenti livelli di stakeholder:

  • i primari, senza la cui continua partecipazione l’impresa non è in grado di sopravvivere come organizzazione funzionante;
  • i secondari, che comprende il folto gruppo di coloro che non sono essenziali per la sopravvivenza dell’azienda ma che esercitano un’influenza indiretta su di essa.

Grazie all’identificazione di tutti gli attori partecipanti all’impresa, a partire dalla metà del XX secolo cresce nelle imprese la consapevolezza che i destinatari ultimi dei propri messaggi non sono solo i clienti. C’è invece una più ampia varietà di soggetti con i quali è necessario costruire rapporti stabili e non solo di natura economica.

Questa nuova visione dell’impresa, nel periodo successivo alla Grande Depressione del 1920, nasce anche in risposta a due questioni in particolare:

  • il rischio dato dalla crescente tendenza al controllo sociale e alla socializzazione di importanti quote di mercato;
  • l’esigenza di trovare nuove forme di legittimazione sociale della propria professione da parte dei grandi imprenditori.

Queste problematiche ebbero in risposta la dimostrazione che l’impresa rappresenta l’istituzione più idonea a servire la società e la rappresentazione degli uomini d’affari come professionisti capaci di esprimere interessi e obiettivi non più individuali ma sociali.

Potere e responsabilità: la nascita della CSR

Viene così a emergere l’idea che potere e responsabilità sono indissolubilmente legati fra loro in ogni ambito della vita umana e pertanto anche nelle relazioni fra mondo degli affari e società. Inizia con queste premesse a emergere il concetto di Responsabilità sociale d’impresa (CSR, dall’inglese Corporate Social Responsibility). Negli anni ’70 la CSR è ancora considerata un costo aggiuntivo, ma necessario in quanto dovere dell’impresa nei confronti della società. Grazie alla presa di coscienza di questi concetti, le imprese iniziano ad adottare alcune pratiche per migliorare la propria gestione e per differenziarsi rispetto ai competitori sulla base delle richieste che gli giungono dagli stakeholder. Tuttavia, il loro obiettivo ultimo rimane ancora il profitto.

Se precedentemente l’attenzione era incentrata sulla definizione di CSR, negli anni ’90 invece inizia a crescere l’interesse per la rendicontazione socio-ambientale, o meglio sull’esigenza da parte delle imprese di render conto del proprio operato attraverso strumenti che consentano loro di rappresentare le azioni intraprese ai propri interlocutori. Metodo utilizzato per tutelare e migliorare l’immagine aziendale e d’altra parte per informare gli interlocutori esterni rispetto all’attività aziendale ed alle sue risorse. A seguito di queste esigenze si sviluppano standard di rendicontazione sia a livello internazionale che nazionale. Negli anni più recenti al concetto di CSR si è affiancato quello di “sostenibilità”, introdotto per la prima volta nel 1987 dal Rapporto Brutland delle Nazioni Unite. La sostenibilità viene definita come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.

Autore

Giorgio Lorenzo Colombo

Direttore Scientifico, CEFAT – Centro di Economia e valutazione del Farmaco e delle Tecnologie sanitarie, Dip.to di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Pavia

 

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